Appennino Reggiano. I sentieri e i castelli di Matilde di Canossa

Difficoltà: E – Escursionistico.

Itinerario su sentieri e mulattiere.

Dislivello significativo. Non è richiesto un allenamento specifico, se non l’abitudine alle camminate di più ore

 

Durata: 5 ore circa

Dislivello salita: mt. 500

Dislivello discesa: mt. 500

Segnavia: Sentiero CAI 640, Sentiero Matilde (SM), Sentiero CAI 650

Altitudine dell’escursione: tra 350 e 600  mt. slm

 

INFORMAZIONI UTILI

Equipaggiamento obbligatorio: zaino, scarponi da escursionismo, acqua (1 lt circa) e cibo per le soste ed eventuale pranzo al sacco, giacca a vento/impermeabile e/o mantella adatta anche a temperature “fresche”, pile o maglione pesante, pantaloni da escursionismo, copricapo.

Equipaggiamento consigliato: guanti, occhiali da sole.

 

Partenza: Rossena, comune di Canossa (RE)

Bella e panoramica escursione nel cuore delle terre di Matilde di Canossa, di cui quest’anno si celebra il novecentesimo anniversario della morte (1115-2015).

Lasciamo i mezzi nel parcheggio sottostante il Castello di Rossena (Comune di Canossa, località Rossena). Il profilo della fortezza di Rossena, impiantata su un rossastro colle vulcanico, costituisce uno degli scorci paesaggistici più suggestivi di tutta l’area matildica, che potremo ammirare anche durante il primo tratto del percorso.

Da Rossena si segue il segnavia 640, che segue per un tratto la strada provinciale e poi imbocca una carraia in discesa, da dove la vista è completa sui calanchi e il castello di Canossa.

Si raggiunge il fondovalle del Rio Vico da dove si prende il Sentiero Matilde, che parte da Ciano d’Enza. Da qui si prosegue in salita. Il suggestivo sentiero sale sulla destra costeggiando il Rio Vico, attraversa un bosco e sbuca sugli splendidi calanchi nelle adiacenze del Castello di Canossa e del complesso di Riverzana, borgo caratterizzato da una casa a torre in restauro.

Oltre il parcheggio a monte degli edifici di Riverzana il sentiero sale a sinistra nella bella pineta fino alla strada provinciale e alla salita che subito a destra porta direttamente al Castello. Le distruzioni ripetute di questo che fu per almeno due secoli uno dei castelli più importanti d’Europa, l’incuria del tempo e la rovina delle stesse fondamenta che franano a valle, hanno reso Canossa estremamente affascinante per l’atmosfera e il paesaggio. 

Dal Castello si prosegue sempre sul Sentiero Matilde, rasentando ancora i calanchi e con spettacolari vedute verso il Castello di Rossena e la Val d’Enza. Ci si porta poi verso est, fino al borgo di Cavandola (sovrastante il borgo di Votigno, dove ha sede un centro di cultura tibetana).

Da Cavandola, ancora sul Sentiero Matilde, si costeggiano su un’ampia carrareccia le pendici del monte Tesa, con belle visuali sul medio Appennino, fino al borgo di Cerredolo dei Coppi, caratteristico per le numerose torri con colombaia e i mascheroni e bugne con significato scaramantico sui muri delle antiche case. Il nome deriva dalle querce cerro e dalle “fabbriche dei coppi”, le fornaci per le tegole attive fino alla metà del secolo scorso.

A Cerredolo è possibile fermarci per il pranzo al sacco oppure – per chi lo desidera (previa prenotazione) – per il pranzo presso la Trattoria Cristofori.

Dopo la sosta, in prossimità della chiesa dedicata a San Pellegrino e costruita nel 1820/1830 sulle tracce di un antico omonimo oratorio, si imbocca la carrareccia (sentiero CAI 650), dietro l’ostello per il vecchio cimitero. Si prosegue nel bosco e per piacevoli carraie e stradine si sbuca nei campi dell’antica borgata rurale di Casalino, che conserva un interessante complesso a corte con due torri colombaie, un pregevole loggiato, un oratorio e un forno a pane pensile, un tempo assai frequente nel territorio canossiano. Ci si trova in un uno dei contesti più caratteristici del medio appennino reggiano.

Da qui una vecchia strada sterrata, sempre su sentiero 650, porta al borgo medioevale di Braglie e infine a Rossena, all’altezza del parcheggio del Castello. Per chi lo desidera è possibile fermarsi ancora un po’ per la visita al Castello. 

Castello di Rossena. A differenza di altri castelli, che nel tempo si sono trasformati in residenze signorili, Rossena ha conservato l’impianto originario di vera e propria macchina da guerra che doveva fermare eventuali aggressioni nemiche provenienti dalla valle dell’Enza. Il castello, forse iniziato nel 950, all’inizio era costituito da un mastio isolato, la cui struttura (ora ribassata) è ancora leggibile al centro della costruzione principale. Di proprietà della Diocesi reggiana, Rossena ha subito un profondo restauro in occasione del Giubileo dell’anno 2000 che ne ha permesso il recupero per usi ricettivi. Oggi ospita un ostello con una cinquantina di posti letto. E’ interamente visitabile, a pagamento, con accesso alle cisterne e al cammino di ronda dove, nelle giornate limpide, si ammira uno splendido panorama. Di fronte a Rossena si staglia la Torre di Rossenella.

I colli vulcanici su cui sorgono il castello e la torre fanno parte della Riserva Naturale Integrata della Rupe di Campotrera, istituita con legge regionale. La Riserva tutela un affioramento costituito di rocce basaltiche di colore rossastro, situato in sponda destra del torrente Enza, in cui sono conservati bellissimi cristalli di datolite, un minerale assai raro. La diversità vegetazionale e floristica è elevata, con presenze di habitat di importanza europea e specie rare a livello regionale. Dal punto di vista faunistico, la rupe rappresenta uno dei più importanti luoghi di rifugio e riproduzione per gli uccelli rapaci presenti nel territorio pedecollinare.