



Difficoltà: E – Escursionistico.
Itinerario su sentieri e mulattiere, senza difficoltà tecniche, ma con dislivelli significativi.
Non è richiesto un allenamento specifico, se non l’abitudine alle camminate di più ore.
Durata: 5.30 ore circa
Dislivello salita: 650 mt. circa
Dislivello discesa: 650 mt. circa.
Segnavia: Sentieri CAI: Sentiero Ducati, 659A, 653, 00, 657, 659
Altitudine dell’escursione: tra 1.160 mt. e 1.785 mt. slm
Partenza: Lago Paduli – Diga del Lagastrello (Confine province RE-PR-MS)
Percorso di grande bellezza e interesse naturalistico all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, al confine tra le province di Reggio Emilia, Parma e Massa-Carrara.
L’escursione inizia dalla diga del Lago Paduli (1.180 mt.), presso il Passo del Lagastrello. Il lago artificiale, quando è al suo massimo, presenta scenari suggestivi e, in tarda primavera, spettacolari fioriture. La conca in cui è racchiuso conserva ancora residui pascoli, che un tempo generarono liti secolari tra i pastori dei due Stati qui convergenti (di Parma e di Firenze).
Dalla diga si seguono le indicazioni per il Sentiero dei Ducati (lungo percorso che proprio qui ha il suo punto di arrivo) e del Sentiero CAI 659°. Una breve salita porta prima in una bellissima radura solcata da un ruscello e poi in una faggeta cedua, tra resti di piazzole di carbonaie, fino ad incontrare il bivio con il Sentiero CAI 653. Lo seguiamo prendendo a destra, risalendo inizialmente a mezzacosta e per faggete il versante occidentale del Monte Acuto che domina il Lago Paduli e poi sfruttando una mulattiera a tornanti costruita dalla Forestale negli anni ’50, che si congiunge con il Sentiero CAI 00, quello del crinale tosco-emiliano (si può notare un cippo confinario tra il Ducato di Parma e il Granducato di Toscana, del 1828). Si segue quindi il crinale, in questo punto molto panoramico, fino a sbucare presso la Sella di M. Acuto (1.722 mt.). Da qui una deviazione non segnata sinistra sale brevemente alla vetta del M. Acuto (1.785 mt) che sporge sul versante padano con un grande panorama sulla conca del Lagastrello.
Dalla sella si prende il Sentiero 657, che scende sul versante nordest, quindi reggiano (Comune di Ramiseto) del crinale, attraversa alcuni tratti a pietraie ed una brughiera a mirtillo e poi rientra nel bosco a faggi fino a raggiungere e quindi superare l’emissario del Lago di Monte Acuto, che finalmente raggiungiamo e tocchiamo con mano in tutto il suo splendore. Il lago si presenta al fondo di un circo glaciale e chiuso da uno sbarramento morenico. Vive nel lago anche una colonia di tritone alpestre. Sulle rive del lago sorge anche il Rifugio Città di Sarzana, (1.580 mt.).
Dopo una meritata sosta si riprende sempre sul Sentiero 657, nell’alta valle del Liocca, che in breve diventa una mulattiera che scendendo per tornanti arriva a toccare due torbiere: prima il cosiddetto Lago Gonella (1.487 mt.), in cui è possibile notare maggiormente i grandi tronchi di abete bianco fossilizzato che ci fanno scoprire qualcosa sulla vegetazione dei boschi prima dell’intervento dell’uomo e poi la vasta torbiera del Lago Gora (1.425 mt.), con una parte paludosa ancora significativa, soprattutto dopo il disgelo.
Da qui si continua a scendere fino a congiungersi con il Sentiero CAI 653, che prendiamo sempre in discesa. Ci troviamo sempre in Valle Liocca, di fronte all’estrema propaggine occidentale dell’Alpe di Succiso, che svetta imponente con i suoi 2000 m e con le sue grandiose morfologie glaciali. Poi, dopo avere superato un piccolo valico, si abbandona la Valle Liocca e si procede su una larga carraia segnata anche in giallo e blu (ippovia regionale emiliano-romagnola), concedendo una vista aperta sull’alta Val d’Enza. Per un tratto il Sentiero 653 segue la traccia anche del Sentiero CAI 659, poi al primo bivio abbandoniamo il Sentiero 659 e seguiamo solo il sentiero 653, in una zona in cui a monte la boscosa Costaccia e il M. Acuto disegnano un tipico circo glaciale. Procedendo si giunge alla spettacolare torbiera dei Laguestri (1.206 mt.), attraversata dal confine regionale in linea retta (definito salomonicamente dopo liti continue nel XV sec.). La vasta conca di origine glaciale è solcata dal Rio Garzoli, che crea meandri e pozze create con il riempimento dell’antico lago, di cui il toponimo conserva il ricordo. Si possono però notare diverse speciue botaniche delle are umide montane, come l’erioforo, le carici, la pinguicola, e varie specie di ranuncolo. Infine, in leggera salita, ci si ricongiunge con il Sentiero 659A di inizio percorso, che chiusura dell’anello arriva in breve alla diga del Lago Paduli, dove abbiamo lasciato le auto.