



Difficoltà: E – Escursionistico.
Itinerario su sentieri e mulattiere, senza difficoltà tecniche, ma con dislivello iniziale importante e una durata che richiede un minimo di allenamento alle camminate di più ore.
Durata: 6 ore
Dislivello salita: 750 mt.
Dislivello discesa: 750 mt.
Segnavia: Sentieri CAI 00 e 649
Altitudine dell’escursione: tra 1.260 mt. e 1.895 mt.
Partenza: Passo della Crocetta-Passo del Cerreto (Ventasso – RE)
Una grande “classica” dell’Appennino Reggiano. Innanzitutto per la collocazione geografica: siamo sul confine tosco-emiliano-ligure, gli sguardi spaziano dalla Pianura Padana con a Nord le Alpi e girandosi incrociano l’Emilia, il basso e medio Appennino, poi la Toscana, il Monte Amiata, le Alpi Apuane e poi il mare. In una spettacolare rotazione di 360 gradi difficilmente ritrovabile in altre escursioni. Poi siamo nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e in particolare cammineremo all’interno della zona SIC-ZPS (Sito di Importanza Comunitario – Zona a Protezione Speciale) del “Monte la Nuda, Cima Belfiore, Passo del Cerreto”, che comprende appunto il lato settentrionale del crinale dell’Appennino tosco-emiliano che va dal passo del Cerreto al passo di Pradarena, includendo i versanti settentrionali del Monte la Nuda, della Cima Belfiore e il versante occidentale del Monte Cavalbianco.
Punto di partenza della nostra escursione è il Passo della Crocetta (tra Passo Cerreto e Cerreto Laghi), dove lasciamo le auto. Seguiamo da subito il segnavia 00, quello che contraddistingue il percorso di crinale, che qui si unisce anche al percorso GEA (Grande Escursione Appenninica) e al percorso E1 (sentiero Europeo n° 1). I segnavia ci portano in un bel sentiero all’interno di una faggeta e, superando dapprima un bivio a sinistra con il sent. 649A per il lago del Cerreto e poi un altro a destra con il sent. 96 per Sassalbo, ci conducono al limite superiore del bosco. Aggirati alcuni spuntoni rocciosi tra radure ricche di lampone e mirtillo sbuchiamo in una conca piana a quota 1600 mt., un tempo occupata da un laghetto, poi torbiera e ora conca destinata al pascolo. Siamo nel cuore del Vallone dell’Inferno, dal paesaggio quasi alpino, caratterizzato da un ampio anfiteatro di origine glaciale, uno dei più spettacolari dell’Appennino Tosco-Emiliano, fiancheggiato dalle balze rocciose delle cime Forame, Gendarme e Scalocchio. A sinistra, oltre un cordone morenico, si intravede il Bivacco Rosario, costruito negli anni ’80 dal CAI di Fivizzano. Poco lontano, sotto un grande roccione di arenaria sgorga una fonte perenne freddissima anche in estate.
Ora il sentiero si fa più ripido, sale al centro dell’anfiteatro e raggiunge, al termine della salita, il crinale che in questo punto supera la linea spartiacque tosco-emiliane, andando a dividere le valli del Rosaro e del Mommio, entrambi tributari del Magra e del Mar Ligure. Da qui in breve si può deviare a destra per raggiungere in breve la base dello spettacolare torrione roccioso del Gendarme. Poi, tornando al punto precedente, si riprende il Sentiero CAI 00 per la salita verso la lavetta del M. La Nuda (1.895 mt.), che si raggiunge con una breve deviazione a sinistra. Definita anche in passato Alpe delle Pielle o Nuda delle Pielle, per la folta presenza di abeti bianchi sui suoi versanti settentrionali, vi fu costruita negli anni ’20 una stazione radio, da decenni abbandonata, per le comunicazioni tra la marina militare di stanza a La Spezia e il versante padano. Poco sotto la vetta, sul versante Cerretano, sono visibili gli edifici di arrivo superiore delle seggiovie, che qui, a differenza che del Monte Cusna, non raggiungono (fortunatamente) la linea di crinale, così da potere ancora godere di un paesaggio modellato dalla natura. Come da tutte le vette dell’Alto Appennino Tosco-Emiliano con aria limpida si possono vedere le isole toscane, la Corsica e buona parte dell’arco alpino.
Dalla cima riprendiamo il Sentiero CAI 00, che segue il crinale verso Est in discesa, sbucando su una carraia proveniente dagli edifici degli impianti sciistici. Nella valletta si possono notare alcune barriere di arenaria “spaccate”: infatti qui si estraevano le “piagne”, lastre di pietra per le coperture dei tetti dei paesi. Si prosegue lungo il crinale verso SudEst, con breve discesa, fino ad un piccolo valico che a destra si affaccia sul profondo vallone della Borra Grande. Siamo sempre sul sentiero CAI 00 che a questo punto aggira da Nord la vetta della Cima Belfiore, ma è anche possibile (e più suggestivo) salire con breve deviazione direttamente alla cima e al bel cippo confinario, che sulla carte è chiamato anche Termine Tre Potenze, probabilmente con riferimento alla Val Secchia Reggiana, alla Val di Magra della Lunigiana e alla Val di Serchio della Garfagnana, che di fatto qui si incontrano. Da qui si gode di un bel panorama sulle tre vallate e poi: le Alpi Apuane si stagliano di fronte, il golfo della Spezia compare ad Ovest e ancora la Pietra di Bismantova e il Ventasso a Nord. Dalla cima un sentierino aperto a fatica tra bassi ginepri, graminacee e mirtillo scende lungo lo spartiacque di nuovo lungo il Sentiero CAI 00 e in breve si raggiunge il Passo di Belfiore, sempre sul confine regionale, da cui a destra scende il bacino del Serchio e a sinistra la lunga e boscosa Val di Belfiore, percorsa dal torrente Riàrbero, che imboccheremo tra poco. Per chi è interessato è possibile compiere una breve, ma interessante deviazione, proseguendo diritto per altri 100 mt. sul Sentiero 00 in modo da raggiungere una faggeta quasi secolare, ma composta da alberi bassi e contorti dai continui venti.
Tornati indietro al Passo di Belfiore, imbocchiamo il Sentiero CAI 649 verso Nord, entrando nella Val Belfiore, scendendo prima rapidamente tra bellissime faggete e radure e poi con diversi saliscendi (facendo attenzione ai segnavia posti sugli alberi) che aggirano diversi costoni boscosissimi. Con una progressiva discesa, anche attraversando i pendii delle piste da sci del Cerreto, si esce su uno stradello forestale proveniente dal Sentiero CAI 649C che raggiunge la parte alta della stazione turistica di Cerreto Laghi. Si segue poi la strada asfaltata in discesa tra alberghi e condomini, per raggiungere il Lago del Cerreto, bel laghetto di origine glaciale, posto ai piedi del Monte La Nuda e oggi fulcro della stazione sciistica, dove è possibile sostare e rinfrescarsi nei diversi bar/ristoranti. Il nostro cammino prosegue infine per una ventina di minuti seguendo la strada asfaltata in direzione Passo Cerreto, in modo da concludersi raggiungendo di nuovo le nostre auto al Passo della Crocetta.