Appennino Reggiano. Ospitaletto – Passo Pradarena – Monte Cavalbianco

Difficoltà: E – Escursionistico.

Itinerario su sentieri, mulattiere, strade forestali senza difficoltà tecniche. E’ richiesta solo particolare attenzione nell’avvicinamento finale alla cima del Monte Cavalbianco per la presenza di alcuni brevissimi tratti esposti.

Non è richiesto un allenamento specifico, se non l’abitudine alle camminate di più ore.

Dislivello significativo.

Durata: 4,30 ore circa

Dislivello salita: 600 mt.circa

Dislivello discesa: 600 mt. circa.

Segnavia: Sentieri CAI 643, 643A, 639.

Altitudine dell’escursione: tra 1275 mt e 1855 mt. slm

 

Partenza: Ospitaletto di Ligonchio (Comune di Ventasso – RE)

La partenza della nostra escursione è sulla strada provinciale che dal paese di Ospitaletto (frazione di Ligonchio, oggi Ventasso) sale al Passo Pradarena. In località Pianella (1350mt.) si lascia infatti la strada asfaltata per seguire il sentiero con segnavia 643. Il percorso segue una strada forestale che si immerge in un fresco bosco e sale leggermente fino alla zona detta Il Tornello (1482 mt.), che costituisce il fondo del catino glaciale posto a nord del Monte Cavalbianco.

Da qui il sentiero 643, che continuiamo a seguire, abbandona la strada forestale e sale per circa 200mt. di dislivello lungo ripiani morenici rivestiti da una faggeta a lembi intervallata da radure e faggi imponenti isolati. Si raggiunge così il cuore del catino glaciale (detto anche La Buca, 1681 mt), un bellissimo vallone ricco di mirtilleti.

Da questo punto è possibile abbandonare il sentiero 643, che sale direttamente verso il Passo Pradarena, per seguire una traccia di sentiero (non segnato) che passando tra i mirtilli risale serpeggiando tutto il catino fino a raggiungere il crinale sul versante Nord del Monte Cavalbianco. Da qui, sempre per traccia non segnata, si percorre il crinale in direzione SE e in breve (facendo attenzione solo ad un ultimo tratto un po’ esposto) si raggiunge la cime del Monte Cavalbianco, 1855 mt.

Proteso verso l’alta Val Secchia a dividere le vallate di Riàrbero e d’Ozola, il Monte Cavalbianco pare sia sempre stato un poderoso confine, nonostante la vetta non si trovi sulla linea del crinale appenninico tosco-emiliano. L’ambiente si presenta con una morfologia tipica dei circhi glaciali, i suoi versanti scendono graduali sulle vallate circostanti, tra poggi, coste, vallecole e dalle prateria d’alta quota del monte si gode un’ampia panoramica sul territorio compreso nel Parco del Gigante, sulla Pietra di Bismantova e sulle zone collinari dell’intorno, mentre nelle giornate terse si possono vedere i primi rilievi prealpini. Verso sud sono visibili le Alpi Apuane. Qui l’innevamento, come a tutte le quote maggiori, persiste fino a tarda primavera: è questa una delle ragioni per cui la vita è consentita unicamente a piante di piccola taglia, di tipo alpino.

Dalla cima proseguiamo il cammino. Si scende sul versante Sud, con tratti ripidi, ma mai difficili, seguendo la traccia del Sentiero CAI 643A, che si mantiene quasi sempre lungo il crinale divisorio tra le vallate del Riàrbero a destra e della Rossèndola a sinistra. Proprio di fronte la vista si allarga sulla Garfagnana e verso profilo seghettato delle Alpi Apuane. La discesa raggiunge una faggeta in cui vi si inoltra, fino ad incrociare e quindi riprendere il sentiero 643, che avevamo abbandonato presso La Buca. Continuiamo quindi sul sentiero 643 per arrivare in pochi minuti al Passo Pradarena, 1575 mt., dove è possibile fermarsi per il pranzo al sacco sui bellissimi prati circostanti.

Il Passo di Pradarena è un’antichissima via che collegava le città della pianura padana al centro Italia e l’Appennino Reggiano alla Garfagnana. In particolare era probabilmente un punto di collegamento su un’antica strada romana che andava da Parma a Lucca. Nel Medioevo fu transito dei pellegrini per Roma con tanto di ospizi simmetrici, a 1200 mt di altitudine circa, sui due versanti (ancora oggi Ospitaletto a nord e Ospedaletto a sud). Solo nei primi anni ’70 fu raggiunto da una strada di valico, una delle più alte dell’intero Appennino, cui si aggiunsero impianti Enel per testare i materiali con i forti venti che spesso affliggono il valico.

Dal Passo, ci si dirige verso Est, sul Sentiero CAI 639, per poi poco dopo deviare a sinistra su una strada forestale ricavata dalla vecchia strada che collegava Ospitaletto al Passo. La si percorre tutta in buona discesa, sempre all’interno di un rigogliosissimo bosco, fino ad incrociare la strada asfaltata provinciale, poco sopra l’abitato di Ospitaletto. Da qui occorre prendere la strada in salita per un Km circa per ritornare all’imbocco iniziale del nostro itinerario e quindi completare l’escursione.

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