



Difficoltà: E – Escursionistico.
Itinerario su sentieri e mulattiere, senza difficoltà tecniche. E’ richiesta solo particolare attenzione durante i passaggi sulla sommità della Pietra esposti sulle ripide pareti verticali.
Durata: 4 ore circa
Dislivello salita: 500m.
Dislivello discesa: 500m.
Segnavia: Sentiero Spallanzani (SSP), Sentieri CAI 697 e 699.
Altitudine dell’escursione: tra 710m e 1.040m.. slm
«Vassi in Sanleo e discendesi in Noli,
montasi su Bismantova in Cacume
con esso i piè; ma qui convien ch’om voli;
dico con l’ale snelle e con le piume
del gran disio, di retro a quel condotto
che speranza mi dava e facea lume»
(Dante, La Divina Commedia, Purgatorio, canto IV)
Partenza: Campolungo di Castelnovo ne’ Monti
La Pietra di Bismantova è quel massiccio roccioso dall’inconfondibile ed isolato profilo a forma di nave, che contraddistingue il paesaggio dell’Appennino Reggiano. Con una lunghezza di 1km, una larghezza di 240m. ed un’altezza di 300 m. sull’altopiano che le fa da base, è un gigantesco esempio di erosione residuale. Questa escursione ci porterà a conoscere sia la “Pietra” più nota, sia “un’altra Pietra”, come quella citata anche da Dante nel canto del Purgatorio, sconosciuta ai più, da scoprire camminando, prestando attenzione a particolari, prospettive, colori, suoni, suggestioni che cambiano nell’arco di una giornata.
Lasciate le auto a Campolungo si prende il Sentiero Spallanzani, con il quale si attraversa la strada per Casale e un tratturo tra i campi ci avvicina alla Pietra di Bismantova, dal versante nordorientale, rotto da zolle di piattaforme arenacea a diversi livelli, giungendo alla base del pianoro detto Campo Pianelli, sede di importanti scavi archeologici. In questo sito si sono avvicendati diversi insediamenti, sin già dalla preistoria e fino all’epoca etrusca, con utilizzo come sepolcreto ad incinerazione e necropoli.
Si procede a sinistra del pianoro, ammirando la parte più severa della Pietra, risalendo il ripido sentiero 699, tra macereti e massi caduti dalla sommità. Si entra nel bosco raggiungendo poi un tratto su roccia viva, che mostra evidenti segni di adattamenti a fini difensivi; era questo, probabilmente, l’antico accesso “sorvegliato” che in epoca medievale conduceva alla rocca e alla pieve che si ergevano sulla sommità. Si prosegue poi in salita sfociando infine sul pianoro sommitale, in corrispondenza del quale si apre un’estesa prateria delimitata da orlature arboree. In cima si apre una vertiginosa veduta sulla parete rocciosa, sui pendii sottostanti e sui vicini Gessi Triassici oltre che un magnifico panorama sul crinale dell’Appennino Reggiano. Lungo le maestose pareti affiorano le particolari arenarie, dette biocalcareniti, che ne formano l’intera mole, inconfondibile e conosciutissima. Il loro colore beige chiaro-giallino assume, per l’esposizione agli agenti atmosferici, diverse tonalità di grigio. Gli estesi affioramenti rocciosi sono segnati da una fitta stratificazione e da numerose fratture, queste ultime sono verticali o assai inclinate. Suggestivi profili muovono la parete, con sottili cornicioni, diedri, rientranze e tozzi torrioni, rimarcando sempre l’andamento della stratificazione e delle fratture. Le inospitali pareti rocciose offrono a diverse piante erbacee, arbustive ed arboree la possibilità di vivere, grazie alla loro capacità di adattamento agli habitat rupestri.
Dalla sommità l’itinerario prosegue abbandonando il ciglio orientale della “Pietra”, piegando successivamente verso ovest e poi dirigendosi sul sentiero principale che prima scende rapidamente (prestare attenzione alle roccette rese sdruccevoli dal notevole calpestio) e poi prosegue in falsopiano all’interno del bosco ceduo tra cornioli laburni, carpini, aceri e frassini, sino a raggiungere il piede dell’alta e spettacolare parete meridionale della “Pietra”, percorsa da numerose vie di risalita alpinistica. Di qui, in progressiva discesa, si raggiunge il sagrato della chiesa dell’Eremo di Bismantova, adombrato da monumentale acero montano ed eretto sotto una cengia della parte alta oltre 100 metri. Intorno al 1225 fu infatti costruito un edificio religioso alla base della parete sud-orientale, la chiesa attuale fu però edificata nel 1617 nelle adiacenze di un piccolo monastero benedettino. Nella sagrestia sono conservati affreschi risalenti al XV secolo, fra questi si trova la Madonna di Bismantova a cui l’Eremo è dedicato.
Dall’ ampio parcheggio sottostante, sempre seguendo le indicazioni del Sentiero Spallanzani, si prende una carrareccia che scende in mezzo ai campi. Da qui si colgono una bella veduta d’insieme del versante sud orientale della Pietra, di cui si apprezza l’estensione dei detriti, un interessante prospettiva verso la valle del Secchia, tra cui spiccano le pronunciate dorsali modellate nei Gessi Triassici e una interessante prospettiva verso l’Appennino Reggiano e Modenese. Dopo non molto si giunge alla bella chiesa del ‘200 di Ginepreto, dedicata a S.Apollinare, con vicina azienda agrituristica, in cui è possibile sostare al ristorante per il pranzo.
Dopo la sosta si riprende la carrareccia che ritorna all’Eremo, da dove poi si prosegue sempre sul sentiero 697, ma questa volta rivolti a nord per una comoda mulattiera che scende infossata snodandosi tra boschi e coltivi. E’ questo uno dei tratti più suggestivi dell’intero itinerario, in quanto dominato dall’imponente parete orientale della Pietra, che strapiomba sul sottostante Eremo. L’itinerario prosegue in discesa attraversando boschi cedui e piccoli rimboschimenti, avvicinando massi rocciosi avvolti dalla fitta vegetazione. Poco dopo si sfocia in una radura, e si costeggia il margine di una vasta “frana rocciosa” che, dall’angolo nord – occidentale della “Pietra”, scende a Casale. Da qui il sentiero inizia a salire a margine di coltivi abbandonati, per raggiungere prima un piccolo pianoro e poi nuovamente la Necropoli di Campo Pianelli, da dove, riprendendo il Sentiero Spallanzani si ritorna a Campolungo.